Montepulciano: Santuario di Santa Maria delle Grazie
Montepulciano e i suoi dintorni, tra la Valdichiana e la Valdorcia, sono ricchi di luoghi di culto, legati principalmente alla religione cattolica: tra festività religiose e santi protettori, è possibile trovare tanti elementi interessanti per percorsi storici, culturali e turistici legati alla fede e alla spiritualità, che si vanno ad aggiungere ai più classici aspetti di eccellenza territoriale quali il Vino Nobile, la cultura, la musica, la natura e le terme.
Tra chiese, pieve e conventi, retaggi di culti pagani e credenze popolari, la religione ha percorso gran parte della storia di Montepulciano e dintorni: ogni campanile di queste terre era gelosissimo dei propri santi e sono numerosi i santuari che custodiscono reliquie od oggetti di culto per il cattolicesimo, oppure tramandano il ricordo di eventi miracolosi e attirano fedeli e pellegrini. Quello che segue è un santuario appartenente alla diocesi Montepulciano-Chiusi-Pienza, che fa parte di una proposta di percorso della fede, basato sul progetto curato dall’Apt Chianciano Terme – Valdichiana.
Montepulciano – Santuario di Santa Maria delle Grazie
presso il Piazzale delle Grazie
Sorge a circa un km dalle antiche mura cittadine, in direzione di Torrita e Sinalunga. Il santuario, che risale alla seconda metà del 1500, fu costruito in sostituzione di una cappella sorta nel luogo dove avvenne un fatto prodigioso: vi si venera, infatti, un’immagine affrescata trecentesca di Maria con il Bambino, incoronata nel 1741 dal Capitolo Vaticano. L’immagina è considerata miracolosa perché nel 1514 fu colpita da un giovane con alcune coltellate; da essa sgorgò sangue vivo, le cui tracce sono ancora visibili. L’iracondo, infuriato per le continue perdite al gioco, faceva parte di un gruppo di alcuni garzoni che custodivano il bestiame al pascolo e trascorrevano il proprio tempo giocando d’azzardo. Il giovane fu processato e secondo le leggi del tempo condannato a morte. Una prima piccola chiesa venne eretta subito dopo l’evento miracoloso, essa era posta trasversalmente rispetto all’attuale asse, come dimostra l’antico portale all’esterno presente sul lato sinistro. I padri carmelitani, chiamati nel 1561, costruirono invece l’attuale chiesa e la officiarono fino al 1775 allorquando divenne sede parrocchiale.
La facciata della chiesa, disegnata dall’orvietano Ippolito Scalza, grazie alla munificenza del nobile abate poliziano Guido Nobili, è di stile rinascimentale con portico a tre arcate. Lo Scalza dette vita a un prospetto di travertino, dove si denota una certa commistione tra l’idea di una chiesa e di un palazzo. L’interno a una navata, con stucchi dorati e abside semicircolare, fu realizzato nel corso del 1600. L’ultima rifinitura, opera di Andrea Cremona, si ebbe nel 1740 con bassorilievi e fregi dorati nelle volte. Tra le opere artistiche di maggior rilievo sono l’altare dedicato all’immagine della Madonna miracolosa di Andrea della Robbia, con statue dell’Annunciazione di Giovanni della Robbia, un crocifisso ligneo del 1400, un raro organo rinascimentale a canne di cipresso e tele del Betti, del Barbiani, del Nasini e del Ferretti.
La festa religiosa principale cade la terza domenica di settembre, durante la quale si celebra la dedicazione e consacrazione del Santuario alla Madonna, avvenuta il 21 settembre del 1741. Alla festa religiosa si affiancano anche dei giochi popolari.