Il Bruscello Poliziano

Il Bruscello è una forma di teatro popolare tradizionale, nata in Toscana e cresciuta con particolare vigore in Valdichiana. Affonda le radici della sua tradizione nei riti agresti dell’antichità e nelle usanze contadine di celebrare con rituali propiziatori la fine della stagione morta e l’inizio della bella stagione. La rappresentazione teatrale era cantata in ottava rima, generalmente con un accompagnamento musicale basato sulla ripetizione di semplici motivetti; veniva messa in scena nei poderi della campagna mezzadrile, piantando un “bruscello” e utilizzando come elemento centrale della scena. Si pensa che il nome “Bruscello” venga proprio da questo albero, un arbusto o un arboscello. Il Bruscello è popolare perchè affronta argomenti conosciuti dalla gente e perché è fatto dalla gente: il popolo diventa attore e spettatore nello stesso momento.
A Montepulciano, oltre al Bruscello, anche il “Sega la Vecchia” ed il “Maggio” facevano parte di quelle forme rituali, poi divenute teatro popolare. Il Bruscello è una rappresentazione popolare cantata, che dal 1939 viene rappresentanza in Piazza Grande a Montepulciano nei giorni di ferragosto. L’autore e animatore del Bruscello Poliziano è stato Marcello del Balio, parroco che ha ripreso anche la tradizione del Bravìo delle Botti e al cui ricordo è stato intitolato il giardino della Fortezza di Montepulciano.
Gli argomenti classici dei bruscelli poliziani sono quelli che raccontano le gesta dei personaggi Reali di Francia (Fioravanti, Rizieri il Paladino, Guerrin il meschino), i miti di Orfeo ed Euridice, Tristano e Isotta. Oppure personaggi altrettanto popolari, tratti dalla letteratura come Calandrino del Boccaccio, Romeo e Giulietta di Shakespeare, oppure la Divina Commedia: Pia dei Tolomei, Paolo e Francesca, il Conte Ugolino. D’altra parte, molte persone nelle nostre campagne, seppur analfabete, sapevano larghi strasci della Divina Commedia a memoria. Altri temi che i bruscelli hanno affrontato sono legati ai personaggi locali: Porsenna, Zelindo il Garibaldino, Del Pecora, Ghino di Tacco, Santa Caterina o Santa Mustiola.
Il Bruscello poliziano ha una sua specificità rispetto ad altri bruscelli cantati nella zona e affonda le sue radici in epoche remote. Documenti ci indicano che anche negli anni ’20 gruppi di contadini di Montepulciano si riunivano in una Compagnia per cantare il Bruscello nei teatrini della zona. La vera trasformazione avvenne nel 1939, con un intervento di avanguardia teatrale. Il testo raccontato fino a quegli anni aveva delle caratteristiche di riassunto, con i personaggi che cantavano con la stessa aria in ottava rima; il racconto risultava lento e dispersivo, per esprimere un semplice concetto ci voleva una ottava di endecasillabi. Tutti gli interpreti erano uomini, anche le parti femminili. Aveva un carattere itinerante, veniva rappresentanto nei mercati, in occasione di feste religiose e di sagre. Nel 1939 il Bruscello si sposta sul sacrato della cattedrale di Montepulciano: un ampio palcoscenico, davanti a una platea di circa duemila spettatori. Non più una fisarmonica ad accompagnare il canto, ma l’orchestra dell’istituto di musica. E poi un parco luci da grande teatro per lo spettacolo fatto di notte, i costumi e l’attrezzeria arrangiati con cose vecchie lasciano il posto alle sartorie e attrezzerie teatrali, mentre la cantata ripetitiva diventa un testo con più ritmo.
Nel Bruscello Poliziano tutti i personaggi sono caratterizzati da una propria aria e metrica, in genere cantano quartine di settenari o ottanari, un metodo musicale e letterario per dare maggiore intensità e ritmo all’azione. Dall’assenza della scenografia e dalla essenzialità degli oggetti scenici si passa ai castelli praticabili con compensato e legno. Il racconto viene organizzato in tre atti di tre scene ciascuno; all’inizio di ogni atto lo storico che canta un ottava con aria tradizionale racconta ciò che avverrà durante l’atto. Inoltre un cantastorie ha il compito di raccontare le scene, salutare il pubblico all’inizio e alla fine. Il Bruscello poliziano ha preso una nuova forma, non più spettacolo elementare fatto di una piccola cantata, ma spettacolo totale dal punto di vista teatrale.
Maggiori informazioni su: www.bruscello.it
(foto di Alessandro Gaziano – video di Alex Marchi)
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