Xu Hong Fei, l’arte e la vita

Quello tra Montepulciano e la Cina è un rapporto che è andato a rafforzarsi durante l’ultimo anno. Dall’angolo cinese alla biblioteca comunale ai convegni su vino, storia e cultura, passando per attività di promozione delle eccellenze enogastronomiche locali. Il ruolo da protagonista è stato indubbiamente interpretato da Xu Hong Fei, maestro della scultura di Canton, che ha più volte incrociato la cittadina poliziana negli ultimi mesi.
Una felice collaborazione che ha avuto un primo incontro con la mostra “Nobile Leggerezza”, durante il mese di settembre 2013, grazie all’esposizione delle sculture dell’artista cinese in Fortezza e in Piazza Grande. Sono seguiti ulteriori incontri, delegazioni poliziane in Cina per promuovere il nostro territorio e scambi proficui, culminati con l’assegnazione a Xu Hong Fei del “Grifo d’oro” 2014. Lo scultore cinese ha ricambiato il dono con un’opera dedicata al Bravìo delle Botti.
Voglio concentrarmi però su un aspetto di questi scambi culturali, ovvero l’esposizione delle sculture di Xu Hong Fei in Piazza Grande. L’artista cinese è famoso per le sue “Chubby Women”, ovvero la rappresentazione di donne dalle forme opulente raffigurate in pose di leggerezza e agilità. Tipica è l’interazione tra le opere e il pubblico, tra senso estetico e senso dell’humour, che rende l’arte di Xu Hong Fei facilmente fruibile.
Dall’esperienza di Nobile Leggerezza, ritengo che sia maturo proseguire con due importanti riflessioni, che potranno essere parte di un proficuo dibattito culturale.
L’arte imita la vita, la vita imita l’arte
Le persone che hanno visitato Piazza Grande e il centro storico di Montepulciano, durante i giorni dell’esibizione delle sculture di Xu Hong Fei, hanno potuto toccare con mano le opere d’arte. Cittadini, turisti, semplici curiosi: tutti hanno potuto copiare le pose delle sculture per fare foto, hanno immortalato i monumenti, hanno interagito. Le opere d’arte sono scese allo stesso livello degli spettatori. In un certo senso, è come se fossero scese dal piedistallo, come se fossero entrate nella platea del pubblico. Le sculture di Xu Hong Fei non sono state relegate in uno spazio angusto, nascoste, lontane dagli occhi del mondo e della gente. Le sculture non erano messe al di sopra degli altri, sacre e intoccabili: erano tangibili, immediatamente fruibili, e creavano una relazione di imitazione, un contatto diretto tra vita e arte. Le opere d’arte, quindi, non erano sopra alle persone, ma si trovavano proprio in mezzo a loro. In mezzo a quella vita che intendevano rappresentare.
L’arte rispetta la vita, la vita rispetta l’arte
Forse il timore più grande, quando si organizzano eventi e mostre di questo tipo, sono i danni che i visitatori più distratti potrebbero causare alle opere d’arte. Il maestro cinese viaggia sempre con le sue preziose assicurazioni, ma rendere le sculture così fruibili e tangibili, senza eccessiva custodia o repressione, è sempre un rischio. Eppure, è successo qualcosa di incredibile: le persone hanno avuto il massimo rispetto di quelle sculture. Pur interagendo con esse, toccandole, fotografandole, manipolandole, non le hanno rovinate. Ne hanno avuto un profondo rispetto, forse un rispetto maggiore rispetto ai monumenti che impreziosiscono Montepulciano da secoli. Scendendo al livello del pubblico, l’arte ne ha avuto rispetto: e il pubblico, a sua volta, ha ripagato l’arte con altrettanto rispetto.
Credo che la mostra “Nobile Leggerezza” abbia rappresentato un’importante motivo di riflessione nel rapporto tra arte e vita nei nostri territori. Un rapporto che è proseguito anche tra Montepulciano e la Cina, come ho detto prima: la scultura donata da Xu Hong Fei in onore del Bravìo delle Botti 2014 è la dimostrazione del valore dell’arte che diventa storia e identità culturale, veicolo principale di scambio tra le culture.
La presenza delle sculture di Xu Hong Fei in Piazza Grande, con la loro capacità di interagire con la vita consueta di Montepulciano, è stata straordinaria: ha dimostrato l’importanza di utilizzare nuovi luoghi e nuove forme per valorizzare l’arte e lo scambio culturale, che non possono essere relegati alle vetrine, agli angoli nascosti nei musei, lontani dagli occhi del mondo. Lungi da me sminuire il valore dei musei, dei luoghi che fanno ricerca, valorizzazione e promozione: anche loro devono mantenere la loro funzione e la loro importanza. Ma il luogo deputato all’arte è la vita. Perchè la cultura è tale se viene vissuta, non se viene isolata.
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