Tra i luoghi e i sapori della Valdichiana senese

Ho visitato l’Inghilterra, l’Irlanda, gli Stati Uniti, ma mai ero salito su un bus scoperto. Mai avrei pensato, quindi, che avrei fatto questa esperienza per la prima volta in Italia, per giunta nei posti in cui sono nato e vissuto.

Salire sul bus di Valdichiana Grand Tour ha significato svestirsi dei panni dell’autoctono per indossare quelli del turista, impegnandosi a guardare in modo diverso, a ascoltare in modo diverso, ad apprezzare in modo diverso.

Vivendo in un posto non si acquisisce mai quel sentimento di scoperta, di novità che ci abbraccia quando valichiamo i confini del nostro orticello. Ripensarsi turisti in luoghi vissuti è stato dunque un’esperienza curiosa, interessante e infine necessaria a riscoprire la profonda bellezza delle cose che diamo quotidianamente per scontate.

Già percorrendo la strada che da Montepulciano porta a Torrita di Siena, mi sono accorto di quanto mi ero perso tutte quelle volte che con la macchina correvo per non fare tardi a lavoro, con gli occhi fissi sull’asfalto e lo sterzo a fare da orizzonte. Ho scrutato il paesaggio dall’alto, lentamente, senza dover guidare, respirando la ruralità dell’aperta campagna che si staglia fino a Montefollonico da una parte e fino alle frazioni di Montepulciano dall’altra.

Accarezzate le bellezze di Torrita e Sinalunga, ci siamo diretti verso il primo borgo del tour, Trequanda. Scesi in piazza Garibaldi, siamo stati accolti dall’energica Angela Roncucci, professoressa di religione ma prima di tutto cittadina innamorata follemente della sua Trequanda, tanto da conoscerne alla perfezione ogni dettaglio, sia storico che paesaggistico.

Dopo averci raccontato le origini del paese e fatto scoprire le bellezze artistiche della Chiesa dei Santi Paolo e Andrea, attorno a cui aleggia la storia intrisa di mistero della Beata Bonizzella, Angela ci ha portato ad assaporare la vista della Valdichiana da Porta del Sole, una delle tre porte di Trequanda. “Se vuoi vedere un tramonto spettacolare, vai alla Porta del Sole di Trequanda”, citava un trattatello scritto in un passato indefinito.

Da Porta del Sole siamo poi scesi lungo Via delle Taverne, sapendo che ci avrebbe aspettato l’inaugurazione de La Bottega Valdichiana Eating – Trequanda, distaccamento della bottega centrale di Montepulciano.

Il progetto Valdichiana Eating, con l’apertura delle due botteghe in due comuni così rappresentativi della Valdichiana senese, punta a riprodurre un ambiente tipico di una volta, casereccio e genuino, con l’abbinamento dei prodotti enogastronomici locali. L’accoglienza nella Bottega di Trequanda è stata perfetta: l’interno richiama i sapori e i saperi del passato, gridati forte da un frantoio a doppia macina e altri macchinari per la lavorazione delle olive.

Dopo il taglio del nastro da parte del sindaco Machetti e del vicesindaco Francini, la Bottega ci ha offerto una merenda a base di salumi e formaggi: capocollo, prosciutto crudo, finocchiona, contornati da pecorini di varia stagionatura. Il tutto, ovviamente, accompagnato dalla degustazione di vini, dal classico Nobile finanche ad alcune bottiglie della vicina Valdorcia.

Il canale del gusto è la strada più facile ed efficace da percorrere per vivere a pieno la Valdichiana. I sapori e gli odori della Bottega creano un legame unico con il territorio, in un abbraccio inscindibile che è la vera forza di questo luogo.

Dopo aver visitato anche il piccolo museo etrusco al piano superiore della Bottega, ci siamo diretti verso Castelmuzio prima e Petroio poi, le due frazioni del comune di Trequanda.

A Castelmuzio ci ha accolto un paese silenzioso ed estremamente ordinato, come quando rientriamo a casa dopo una faticosa giornata di lavoro. Non a caso, Castelmuzio si definisce “borgo salotto”, un paese che diventa di proprietà di tutti i cittadini, che si impegnano a mantenerlo pulito e decorato come fosse la casa di tutti.

Come ogni casa che si rispetti c’è un bagno, che è sì pubblico, ma ha le sembianze del bagno che ognuno di noi ha a casa: piastrellato con un mosaico variopinto, profumi e saponi di ogni tipo sul piccolo davanzale accanto al lavandino, persino un libro da leggere. Tutto costruito grazie all’impegno degli abitanti.

Ma la vera attrazione di questo salotto è la terrazza del Belvedere, che si apre verso un paesaggio incontaminato, e da cui è possibile scorgere perfino il monte Amiata.

Da Castelmuzio a Petroio, attraverso oliveti e vigneti, è un attimo. Ci aspettavano Rachele e Lorenzo, che ci hanno subito introdotto all’interno del Museo della Terracotta, che è stata da sempre la vera vocazione del territorio petroiano.

Marta, che lavora al front office, ci ha accompagnato all’interno dei tre piani in cui è articolato il museo, facendoci rivivere con dovizia di particolari le tappe di creazione di prodotti in terracotta, dagli orci per contenere l’olio fino a contenitori di acqua calda per parrucchieri.

La forza di Petroio, un paese che fatica a contare cento abitanti ma che è vivissimo sotto il punto di vista delle iniziative, sta però nel concetto di comunità. Rachele e Lorenzo, assieme ad altri ragazzi del luogo, hanno da poco creato una Cooperativa di Comunità, che attraverso l’opera di volontariato di quante più persone possibili cerca coraggiosamente di fermare il tempo e invertire la tendenza allo spopolamento delle piccole realtà.

E penso che, con una vista così da Palazzo Brandano, riusciranno sicuramente nel loro nobile intento.

Terminato il viaggio attraverso i tre borghi, siamo tornati a Montepulciano, punto di partenza e di arrivo del nostro tour.

All’interno del Palazzo del Capitano, dirimpetto alla maestosa Cattedrale di Santa Maria Assunta e accanto al Palazzo Comunale, ci aspettava un gustoso pranzo offerto dalla Bottega Valdichiana Eating – Montepulciano.

Anche a Montepulciano si ritrovano cordialità e competenza del personale, in un luogo piccolo e accogliente che offre una vasta gamma di prodotti del territorio. All’interno delle teche di vetro custodiscono i prodotti offerti dalla Bottega come fossero opere d’arte moderna, creando un forte impatto sui convitati: prima di mettersi a tavola si mangia con gli occhi, perché anche la vista deve essere soddisfatta in modo da preparare il palato.

Il pranzo è stato accompagnato da un assaggio di rosé e dall’immancabile Nobile di Montepulciano, terminando in bellezza con uno squisito vinsanto e da croccanti cantuccini al cioccolato.

Il tour si è concluso con la visita della Cantina de’ Ricci e della Cantina Crociani, in cui si è potuto assaggiare la maestosità del Vino Nobile di Montepulciano in tutte le sue sfumature di colore e di sapore.

Le aspettative che mi ero creato alle 9:30, mentre salivo le scaline di quel bus scoperto, sono state ampiamente rispettate. Alle 17:00, quando ci siamo salutati con gli altri blogger e le disponibilissime ragazze della Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana, ero consapevole di quanto fosse stata importante per me questa esperienza.

Credo fortemente che essere turisti nei propri luoghi sia una chiave doppiamente utile. Da una parte modifica positivamente la percezione di ciò a cui si è abituati quasi quotidianamente, mentre dall’altra permette di ragionare sull’importanza di comunicare al mondo quanto di unico ci sia in Valdichiana.

(articolo a cura di Federico Dondi)

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