Il Santo Anello della Vergine lega Montepulciano, Chiusi e Perugia
Il 29 luglio1473 arrivò sulla scena perugina un antico anello di calcedonio. Prelevato in circostanze non del tutto chiare dalla cittadina di Chiusi, l’anello venne custodito nella cappella del Palazzo dei Priori in attesa che si completassero i lavori di ampliamento della cattedrale. Il 31 luglio 1488, riferisce la nota antropologa Maria Luciana Buseghin, fu portato nella cattedrale della principale città umbra questo antichissimo anello, di materia traslucida verde acqua, considerato, nella tradizione medioval-rinascimentale del culto delle reliquie, quello con cui la Vergine Maria e Giuseppe contrassero matrimonio. Esposto ogni anno in più ricorrenze alla devozione dei fedeli, divenne strumento catalizzatore della fede e delle preghiere di generazioni di pellegrini che vi si rivolgevano principalmente per la guarigione degli occhi. Per accedere all’anello, racchiuso in uno splendido reliquario cinquecentesco e custodito in un forziere del 1473, occorrono 14 chiavi che, detenute dalle principali autorità religiose e civili di Perugia, ogni anno convergono in cattedrale nel giorno dell’ostensione.
I primi custodi del sacro gioiello furono, come abbiamo già riferito, gli abitanti di Chiusi. Secondo quanto affermano le tradizioni popolari l’anello fu donato a santa Mustiola dal promesso sposo Lucio. Oggi gli studiosi, e con essi anche la Prof.sa Buseghin, sono più concordi nel ritenere che il Santo Anello arrivò a Chiusi nel XI sec. grazie all’orefice Ainerio recatosi a Roma per comprare dei gioielli. Quest’ultima versione, la più primitiva, specifica che il fornitore romano di origini ebree regalò l’Anello all’orefice cristiano affinché lo conservasse con devozione ed onore. Chiusi custodì con cura la sacra reliquia nella chiesa della santa vergine Mustiola e ne legò il culto al beneficio delle acque salutari di cui le nostre terre sono ricche. L’Anello divenne simbolo del potere municipale della cittadina toscana fino a quando il furto su commissione da parte della città di Perugia, avvenuto nel XV sec., privò Chiusi della sua più preziosa fonte di prestigio e d’entrate, lasciando nei cuori e nelle menti dei chiusini profonda amarezza. Una delegazione di Chiusi però, qualche anno fa, si recò a Perugia in occasione della ricorrenza liturgica dello sposalizio di Maria Vergine e di Giuseppe e quindi dell’ostensione del prezioso gioiello. I chiusini desiderosi di ospitare la preziosa reliquia chiesero in quella occasione di poterlo avere nella cittadina toscana in occasione della Pascuccia Rosata.
Montepulciano invece è legata indirettamente alla storia del Santo Anello. Circa duecento anni prima che Chiusi venisse privata di tale preziosità una giovane monaca poliziana otteneva, durante una visione celeste del Bambinello e della Vergine Madre, una crocetta appartenuta al piccolo Gesù. La giovane si chiamava Agnese Segni. La crocetta fu letteralmente strappata dal collo del piccolo Gesù durante “un gioco d’amore” tra Agnese e la Vergine. Era, come si legge nelle varie agiografie, la vigilia della solennità dell’Assunta quando la santa, dopo molte e ripetute preghiere, poté avere tra le proprie braccia il Bambinello. Nel restituire il Divin Figlio alla Madre Agnese volle prendersi un pegno dell’Amore posseduto: la crocetta. Questa visione, ben conosciuta dai suoi devoti, è stata immortalata artisticamente in molte opere. Oggi la crocetta è conservata tra le tante reliquie appartenute a sant’Agnese nel santuario di Montepulciano.
Il Padre Sordini Mariani nel libro sulla vita di S. Agnese, dedicato alla Granduchessa di Toscana e dato alle stampe nel 1606, scriveva: “la crocetta é di forma non molto grande non in tutto fatta à modo di Croce, ma solo i quattro angoli suoi di tal maniera l’un l’altro si corrispondono, che rappresentano figura di croce: nel rimanente ha sembiante di borchia, in mezzo alla quale è un piccolo incavo simile a quello d’una piccola serratura di chiave. È di materia per quanto apparisce di madre perla; e molti stimano, che sia di quell’istessa materia, di cui è l’Anello di Maria Vergine, quale si trova nella Città di Perugia nella Chiesa cattedrale.”
Il Padre Domenicano si sofferma ancora nel suo testo sulla crocetta indicandone l’uso e legandola al dono delle acque: “si mostra ogn’anno tal Crocetta il primo dì di Maggio solennemente à tutto il Popolo; e tutta volta, che ella si mostra i Padri di detta Chiesa benedicono con’essa dicendo alcune divote Orazioni l’acqua detta comunemente S. Agnesa; la qual poi à gli infermi si distribuisce; e vedesi manifestamente, che tutti quelli che con divozione ne devono, non molto stanno, che la perduta sanità racquistano.”
La Prof.sa Buseghin ritiene altamente interessante le connessioni tra il Santo Anello e la crocetta asserendo che al di là della necessaria verifica del materiale di entrambe le reliquie, ci troviamo di fronte a una devozione legata ad oggetti connessi col culto delle acque salutari certamente di antichissime origini.