Bravio delle Botti 2014: l’offerta dei ceri
Sotto una densa coltre di nebbia che avvolge la Valdichiana mi dirigo verso Montepulciano, e rimango piacevolmente stupita dal sole che , continuando a salire, fa capolino dalle nuvole e spolvera via quell’alone grigio che non si addiceva proprio a questa giornata. In una Montepulciano invasa dai banchi della fiera annuale del I° maggio, il cerimoniale riguardante il Bravìo non si può certo fermare!
Proprio il I° di Maggio, in occasione della festa di S.Agnese, tutte le contrade si devono recare nella Chiesa a lei dedicata e offrirle un cero di dimensioni diverse a seconda della contrada che lo porta in dono. Si tratta di un importante momento nel cerimoniale annuale del Bravìo delle Botti, a cui tutte le contrade sono particolarmente legate.
Entrata nel chiostro della Chiesa di S.Agnese noto un grandissimo fermento: c’è la banda impegnata a sistemare gli strumenti, il coro che mette in ordine gli ultimi spartiti, e poi ci sono i figuranti. Alcuni sono già pronti, ma altri ancora tardano a infilarsi in quei pesanti vestiti d’epoca. Meno male che in queste situazioni ci sono le addette al corteo che, con le buone o con le cattive, richiamano all’ordine chi ancora si rifiuta di vestirsi. Capita anche che qualcuno, all’ultimo momento, non si presenti all’appello, e quindi si procede allo “scambio di figurante”, in modo da garantire la rappresentanza di tutte le contrade e il rispetto del cerimoniale della tradizione.
Risolti gli ultimi imprevisti il corteo, in versione ridotta (portacero, magistrato, alfiere, rettore), comincia il giro del chiostro e si avvia verso l’entrata della Chiesa. A rendere ancora più importante l’evento è la presenza del Vescovo Stefano Manetti: sarà infatti proprio il Vescovo della nostra diocesi a celebrare la messa e a presenziare l’offerta. Dopo un’omelia che ti fa riflettere sul vero significato della preghiera, e sull’importanza di mettersi in discussione, si procede con l’offerta dei ceri. Il porta cero, in questo caso rappresentante della contrada, si dirige verso il Vescovo, il quale con una piccola candela accende tutti i ceri che vengono posizionati su un apposito piedistallo.
Al momento dell’accensione mi accorgo che qualche figurante, vedendo la propria fiammella uscire dal cero, tira un sospiro di sollievo. Mi chiedo il perché di questo comportamento e comincio a fare qualche domanda agli altri figuranti. Ho scoperto che, stando alle dicerie, se un cero non si accende al momento dell’offerta o poco dopo si spegne, viene considerato come un segno di malaugurio per l’arrivo della botte durante la gara che si terrà a fine Agosto. Ogni paese ha le sue leggende!
La messa è quasi finita e l’ultimo saluto spetta al reggitore del Magistrato delle Contrade, che con poche parole riesce a far capire il vero senso del Bravio, citando colui che ha dato inizio a tutto questo, Don Marcello Del Balio. Oltre ad introdurre le botti al posto dei cavalli, Don Marcello del Balio voleva che questa manifestazione fosse un’occasione per coinvolgere tutto il paese, un modo per stare insieme accompagnato a una sana competizione. Facendo diventare una semplice corsa con le botti, una vera e propria tradizione poliziana.
Il cerimoniale è concluso i figuranti fanno il giro dell’altare per rendere omaggio a S.Agnese e con passo veloce si precipitano a cambiarsi, perché per tradizione dopo la messa li aspetta una ricca colazione. Il chiostro si svuota e piano piano tutti si dirigono verso la fiera, che come ogni I° maggio colora le strade di Montepulciano.
Camminando tra la folla rifletto sull’evento a cui ho appena assistito. Dopo aver visto piccoli gesti, come prestare un figurante a una contrada avversaria in difficoltà, dopo aver ascoltato le parole dell’omelia e l’intervento del Reggitore, mi rendo conto che Don Marcello aveva ragione. Il Bravìo non è soltanto uno spettacolo di folclore, è molto di più! Il Bravìo è diventato l’elemento fondante di una vera e propria comunità, una comunità di persone che tengono al proprio paese, di persone che costantemente mostrano la passione, l’amore e l’attaccamento verso una manifestazione che, anno dopo anno, fa crescere Montepulciano.