Scorci pittoreschi a Montepulciano: un itinerario “slow”

Questo itinerario è dedicato agli amanti di un turismo lento, ai viaggiatori che sentono il bisogno di avventurarsi fuori dai tracciati consueti, a chi non s’accontenta di un frettoloso andirivieni, con le soste di prammatica consigliate dalle guide. Certo, avendo poco tempo a disposizione, Montepulciano si può apprezzare anche così, sfiorandone i palazzi e le chiese lungo il corso principale, respirandone l’atmosfera in cui Medioevo e Rinascimento si fondono e confondono, rapiti dalla vista di un tramonto che imbiondisce i travertini del tempio di San Biagio, o dalla sconfinata distesa della Chiane, fino al Trasimeno. Basta poco, tuttavia, per lasciare il percorso più naturale e scontato e andare alla ricerca di angoli intimi per dipingere o di scorci da fotografare nei quali ritrovare l’alito della storia.

Punto di partenza ottimale è la sangallesca Porta al Prato (1511), austero ma elegante ingresso al centro storico nella contrada di Gracciano: sulla sua destra s’apre la via di Ciliano, asse principale di un reticolo di viuzze e vicoli che percorrono un borgo di chiara origine bassomedievale, con le sue semplici case dai muri fortemente scarpati, nel cui tessuto si mescolano il mattone pieno e le pietre locali – arenaria o travertino. Il sottostante vicolo di Ciliano (nel nome è conservata la memoria di un’antica famiglia dominante questa balza del colle, gli etruschi romanizzati Caile/Caelii) cinge il borgo da sotto e sfocia in un piazzale affacciato in direzione dei morbidi colli di Torrita e Montefollonico. La via di Ciliano e la sovrastante via delle Cantine costituiscono un anello ricco di scorci pittoreschi, con i loro passaggi coperti da volte e le improvvise aperture della visuale sulla campagna.

Tornati sul corso, poco oltre la chiesa di S.Agostino si svolta a destra e ci s’inoltra in salita per via del Macellino, in un suggestivo succedersi di angoli silenziosi fino a piazza S.Lucia e lungo via dell’Unione: è il cuore della contrada del Poggiolo, col suo oratorio medievale e la bella facciata barocca di S.Lucia, con la raccolta piazzetta degli Archi, che nella settimana del Bravìo delle Botti, a fine agosto, si anima di festose grigliate sotto i tigli per contradaioli e turisti. La vicina via degli Archi, che s’affaccia sulla sottostante contrada delle Coste, conduce allo spigolo nord del colossale bastione fortificato del Sasso, l’acropoli: artifici difensivi e natura s’integrano alla perfezione nella struttura, su cui domina il medievale complesso conventuale di S.Francesco.

La vista ora spazia su tutto l’orizzonte a nord e ad ovest, man mano che si procede lungo via del Paolino, al termine della quale si può scendere lungo via de’Grassi, fino alla porta duecentesca omonima, fra le meglio conservate della città, per raggiungere S.Biagio lungo una discesa fiancheggiata da secolari cipressi, sospesa fra città e campagna; oppure si può procedere lungo l’asse viario della contrada di Collazzi: la struttura allungata del borgo, orlato di semplici dimore finemente ristrutturate, ha come sfondo il profilo delle colline ad occidente, e nelle giornate limpide, qui così frequenti, si notano in rapida successione il cassero duecentesco di Monticchiello, il campanile gotico-rinascimentale del duomo di Pienza e, lontano, Montalcino con la sua rocca medievale.

Da via di Collazzi si risale verso il Sasso per via di S.Donato, nella contrada omonima, a destra della quale incombe la Fortezza: benché frutto di un rifacimento tanto massiccio quanto fantasioso del castello d’origine altomedievale e del forte mediceo, l’edificio neogotico (XIX-XX secolo) e il circostante parco hanno un certo fascino. Un’idea dell’aspetto medievale e rinascimentale di Montepulciano, come doveva apparire la città al di là della sontuosa parta di palazzi nobiliari ed eleganti chiese lungo il corso, si può avere invece nel cuore della contrada di Cagnano, sotto via Fiorenzuola Vecchia: è la sorprendente zona delle Spiaggine, il cui toponimo indica dei declivi nei quali ancora – pur all’interno delle mure medievali – s’alternano case, ortaglie, piccoli terrazzamenti a frutteto e olivi o sistemati a giardino. Ripide scalette e minuscoli vicoli s’intersecano nell’alternarsi di lampi dei colori della natura e ombre di muri e passaggi coperti.

Poco distante è il palazzo trecentesco comunemente ritenuto dimora della famiglia Ambrogini, dove nacque Agnolo Poliziano, uno dei massimi esponenti dell’Umanesimo e della letteratura italiana del ‘400 alla corte di Lorenzo il Magnifico. Un’atmosfera cupa aleggia qui e sulla vicina Porta delle Farine (duecentesca, molto ben conservata): dopo una disperata fuga per queste vie, poco lontano da qui si consumò, in una terribile notte d’estate del 1464, l’assassinio del padre del celebre poeta, che all’epoca era ancora fanciullo. Proseguendo a ritroso lungo il Corso, sulla destra si aprono numerosi vicoli: due di essi, caratterizzati dai contrafforti ad arco sospesi, sfociano nell’amena piazzetta delle Vecchie Mura, bell’esempio di campetto medievale, da cui si snoda l’omonima via. Anche qui sono diversi gli spunti panoramici, gli affacci oltre l’alta cortina delle mura.

Rientrati sul Corso, si scende ancora una volta a destra, in vicolo Cervini, non senza avere ammirato prima l’interno ottocentesco dello storico Caffè Poliziano: in fondo al vicolo, svoltando a sinistra, si percorre un ampio tratto del camminamento murario, sul quale incombe la skyline della contrada di Voltaia, in un frapporsi di volumi medievali, rinascimentali e barocchi su linee mai regolari. Anziché scendere ulteriormente oltre la Porta di Gozzano, è consigliabile inerpicarsi per il vicolo di S.Cristofano, altro angolo delizioso, e concludere il percorso nella pittoresca zona delle rughe, le uniche strade del centro storico che corrano in piano. Quella più esterna, con la sua parata di graziose case d’origine medievale, offre una superba veduta panoramica che spazia dai colli del Trasimeno ai laghi di Montepulciano e Chiusi, al Cetona, ai monti di Chianciano e al Totona. Nelle giornate limpide, d’inverno, il fondale è disegnato dalle vette imbiancate del Falterona e del Catria, del Subasio e del Vettore, del Terminillo e del Gran Sasso: l’intero Appennino sembra fare corona, di lontano, alla nostra città. (Tratto da “Vivere Montepulciano: itinerari nell’arte, nella cultura e nelle tradizioni di una città millenaria”)

 

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