Due chiacchiere con Giancarlo Giannini, tra cinema e calcio

C’è chi lo voleva chiamare Al, chi lo voleva chiamare Mimì, ma la folla che si è radunata in Piazza Grande per assistere alla lavorazione dello spot che andrà in onda per promuovere le telecronache dei mondiali di calcio su SKY ha tributato a Giancarlo Giannini, protagonista unico del cortometraggio, il riconoscimento di grande interprete del cinema italiano.

E l’artista, mattatore negli anni ’70 delle straordinarie commedie dirette da Lina Wertmuller, tra cui, appunto, “Mimì metallurgico…” o “Pasqualino settebellezze”, che gli valse una nomination all’Oscar, e più di recente doppiatore di Al Pacino e Jack Nicholson, tanto per citarne solo due, si è concesso volentieri all’abbraccio del pubblico, dispensando sorrisi, autografi e giudizi lusinghieri su Montepulciano.

E’ un momento particolarmente felice per la città rinascimentale che, dopo i fasti di “Una notte di mezza estate” e di “New Moon”, torna ad essere set cinematografico di altissimo livello. Hanno appena smontato le strutture i fratelli Taviani, che hanno proiettato Piazza Grande in un passato medievale, adeguato al “Maraviglioso Boccaccio” che stanno girando nella “loro” Toscana, e si è insediata la troupe di SKY: un “esercito” con oltre sessanta elementi, sotto la direzione di Michael Haussmann, regista statunitense specializzato in spot e videoclip d’autore, e l’occhio dietro la macchina da presa di Nicola Pecorini, il professionista che ha importato in Italia la telecamera steadycam e che ha collaborato con Bernardo Bertolucci e Terry Gilliam; presente su tutti i set anche il direttore marketing di Sky International.

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La troupe di SKY in Piazza Grande

Otto le location interessate dalle riprese, dislocate tra il Caffè Poliziano, Via del Poggiolo, l’arco del Paolino, Via Ricci, Via di Talosa e Piazza Grande. E proprio in piazza, in una pausa della lavorazione, Giannini ha espresso la sua ammirazione per Montepulciano, dove era già stato più volte, da visitatore, e per la Toscana, terra di origine della sua famiglia e dove possiede una casa in campagna, a Ceppaiano, in provincia di Pisa.

Anche la trama dello spot racconta di un ritorno alle radici: il protagonista (Giannini), in occasione dei mondiali di calcio, torna nel suo paese d’origine per condividere l’evento di una partita con i parenti. In giro per il paese incontra vecchi amici, bambini che giocano a pallone e ragazzi che corrono a vedere la partita: queste immagini gli rinnovano i ricordi dei mondiali storici (’70, ’82, ’86, 2006) di cui si vedono le azioni più simboliche ed i grandi protagonisti (Paolo Rossi, Maradona, Rivera e Pirlo) sotto forma di flashback, nei quadretti dell’epoca.

Ma la chiacchierata con l’attore, un po’ teatralmente svagato e al tempo stesso curiosissimo, ironico e spiritoso, ha confermato l’ampiezza dei suoi interessi, alcuni dei quali obiettivamente inattesi. Sia pure con molto garbo, Giannini ha praticamente interrotto l’intervista per sapere di più sui Santi patroni di Montepulciano e sulle intitolazioni delle chiese cittadine. Ha chiesto informazioni particolarmente approfondite (e una pubblicazione) su S.Agnese Segni ed ha poi raccontato, riuscendo a dosare il rispetto con il tono scherzoso, di essere devoto a San Bartolomeo: “così, quando nella troupe si è diffuso il panico a causa del rischio-pioggia, sono entrato in Duomo e ho rivolto una preghiera a San Giovanni Battista: i due si conoscono, il messaggio evidentemente è arrivato”.

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Giancarlo Giannini è il protagonista dello spot dedicato ai Mondiali di Calcio 2014

Effettivamente, dopo che nel primo pomeriggio si era addensata qualche nuvola, la serata è proseguita all’insegna del sereno. Ma Giannini, tra aneddoti e reminiscenze, ha anche rivelato la sua grande passione per i piatti caratteristici e le cucine regionali, che a Montepulciano ha trovato piena soddisfazione.
“Sono nato a La Spezia da famiglia di origine toscane, poi ho vissuto a Napoli per dieci anni, infine a Roma, dove mi sono stabilito per lavoro: fin da bambino sono stato attratto dai sapori della tradizione e ho naturalmente allenato il palato. Poi, per tredici anni, ho fatto teatro – ha raccontato – e come la maggior parte degli attori di prosa mi sono concesso il piacere di andare a cercare, in ogni città, i gusti più caratteristici nei migliori ristoranti”.

“Quello derivante dai sapori della cucina italiana è un piacere da non dimenticare. Così ho cercato di insegnare ai miei figli, fin da piccoli, a ricercare e gustare le specialità. Preparavo dei bigliettini di carta e li portavo nei ristoranti, ad ogni piatto ciascun commensale doveva segnare segretamente il proprio voto, magari con un piccolo giudizio. Poi alla fine del pasto aprivamo i biglietti e confrontavamo voti e giudizi. Un ragazzo educato bene al cibo cresce in maniera più sana ed è anche più indipendente: oggi i miei figli si preparano da mangiare da soli”.

Prima che il ciak seguente lo allontani dal tavolino del bar di Piazza Grande dove ha consumato prima un caffè e più tardi una bibita, Giannini rende il giusto tributo alla cucina di Montepulciano: “in due giorni ho potuto degustare pici, tagliatelle, chianina, coniglio e pecorino, accompagnati da Vino Nobile di Montepulciano: a tutto assegno un bell’8 e mezzo, un voto che per un palato allenato ed esigente come il mio, è molto alto!”.

Diego Mancuso
Emigrato – di fatto – da Roma ai tempi di Tele Amiata, finge di voler essere l’unico vero giornalista di Montepulciano (e invece si appassiona al ruolo di talent scout) e finge di considerarsi la migliore penna in circolazione (e invece ammira anche altri writers, alcuni). Premio Frajese come voce storica del Bravìo… ma non lo da a vedere (e meno ancora a sentire). Fa l’Addetto Stampa del Comune da 25 anni e dice di non essersi ancora stufato.

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